
Elvia Giudice
Il tymbos, la stele e la barca di Caronte
L’immaginario della morte sulle lekythoi funerarie a fondo bianco
2015, 426 pp., 10 ill. col., 184 ill. b/n
Paperback, 17 x 24 cm
ISBN: 9788891307675
ISSN: 0081-6299
Prodotte a partire dal 480 a.C. fino alla fine del V secolo a.C. le lekythoi funerarie a fondo bianco inaugurarono una tradizione iconografica priva, o quasi, di precedenti, dando vita ad un vero e proprio libro della morte, ripercorsa figurativamente nei suoi momenti topici, dalla prothesis, alla sepoltura con l'ausilio di Hypnos e Thanatos, al viaggio verso l'Ade sotto la scorta di Hermes e/o Caronte, all'incontro dei defunti con i loro congiunti presso il sepolcro. Tali immagini consentirono, almeno idealmente, di ripristinare antiche consuetudini e di appagare esigenze ancestrali in anni durante i quali, l'identità politica, sociale e culturale della polis ateniese subì profonde trasformazioni anche in relazione ai rituali funerari.
Le lekythoi a fondo bianco nella loro varietà iconografica sono testimonianza dei gravi conflitti che scossero Atene nel corso nel V secolo a.C., ma anche dei tentativi di conciliazione messi in atto per armonizzare aspirazioni aristocratiche e realtà democratica, commemorazioni pubbliche e ricordo privato. Destinate ai rituali funerari privati ma anche pubblici, all'interno di un corpus d'immagini all'apparenza ripetitive, esse rivelano una stratificazione di simboli iconici che le rese adatte alle diverse "classi di cittadini"; le lekythoi consentirono a ciascuno di onorare e ricordare un defunto secondo il proprio statuto e di rievocarne virtù e qualità, anche, talvolta, in opposizione all'omologazione normativa dei funerali di stato. I morti, ma anche le loro famiglie in età classica, divennero protagonisti, degli uni si rievocò l'identità anche contro la pratica spersonalizzante del Demosion Sema, degli altri si celebrarono la devozione e la pietas.
Infine, l'analisi del patrimonio iconografico delle lekythoi fa continuo ricorso al confronto con la tradizione letteraria, in particolare quella tragica, la quale, in una fase storica caratterizzata da una profonda revisione dei valori tradizionali, pare farsi interprete in molti casi della medesima realtà e, potremmo dire, costituisce un ulteriore supporto semantico a queste immagini già di per sé "parlanti".
Elvia Giudice, docente di Archeologia Classica presso l'Università degli Studi di Catania, è specialista di iconografia, in particolare vascolare. È responsabile dello scavo del santuario di Apollo a Toumballos a Paphos nell'isola di Cipro e membro dell'Archivio Ceramografico dell'Università di Catania.
PREMESSA
CAPITOLO I: LA PROTHESIS
APPENDICE I: IL SEPOLCRO
APPENDICE II: LE LEKYTHOI A FONDO BIANCO E LE STELAI FIGURATE
CAPITOLO II: HYPNOS E THANATOS
CAPITOLO III: CARONTE .
CAPITOLO IV: LA FIGURA MASCHILE NEL RITUALE FUNERARIO
CAPITOLO V: La figura femminile nel rituale funerario
APPENDICE III: Il gineceo e l'allusione alla sfera del ceramico
CAPITOLO VI: Ritratto di famiglia .
CAPITOLO VII: Riflessioni conclusive
CATALOGO
BIBLIOGRAFIA REFERENZE FOTOGRAFICHE
DIDASCALIE IMMAGINI
Corpus Vasorum Antiquorum. Italia, LXXXVI
Le ceramiche attiche a figure nere e a figure rosse
Archeologia, topografia, urbanistica per la riqualificazione dello spazio urbano
Materiali di epoca romana
contextos, usos y miradas
Itinerari nel mondo della navigazione,tra storia, archeologia ed etnografia
Potere e orgoglio
Dall'arcaismo alla tarda antichità nel mondo greco-romano