
Strade secondarie dell'Italia Antica. Roma: monumenti, territorio
Atlante tematico di topografia antica 31-2021
Atlante Tematico di Topografia Antica, 31
2021, 542 pp.
Paperback, 21 x 26 cm
ISBN: 9788891321190
ISSN: 2036-3834
Le grandi strade romane, con i loro percorsi e testimonianze hanno costituito un campo privilegiato di ricerca, con ricostruzioni di ampio respiro della rete viaria o l’analisi e la puntualizzazione di percorsi di singole strade. Agli studi e pubblicazioni si sono affiancati mostre, convegni, iniziative di comunicazione e valorizzazione anche con la creazione di Parchi archeologici. L’Atlante tematico di Topografia antica in questo contesto ha promosso studi e riflessioni con i fascicoli dedicati alla Tecnica stradale, ai Percorsi e infrastrutture, ai Ponti e viadotti, alla Viabilità e insediamenti, alla Via Appia. Con lo stesso spirito ha accolto studi incentrati sulle maggiori strade, in particolare la via Regio-Capuam, la via Herculia, la via Appia Traiana, la via Latina, la via Salaria, la via Emilia, la via Flaminia, la via Popilia Annia, la via Postumia. Il quadro che ne risulta è abbastanza chiaro, pur con lacune e incertezze che riguardano soprattutto cambiamenti di tracciato, rap- porto tra viabilità preromana e romana, riconoscimento diacronico delle caratteristiche tecnico costruttive. La ricostruzione della viabilità nel paesaggio ambientale e storico e il rapporto con i suoi mutamenti ha visto esiti positivi quando condotto parallelamente allo studio sistematico diretto sul campo, integrato da nuove tecnologie. Quest’ultimo, tuttavia, è un tipo di approccio che in tempi recenti si è sempre più rarefatto, per le trasformazioni indotte dalle riforme dell’Università e del Mi- nistero dei Beni Culturali, le difficoltà e limitazioni poste alla ricerca da normative di stampo prettamente burocratico. Ha inciso molto anche, negativamente, la carenza di fondi destinati alla conoscenza di base, la promozione e il finanziamento in ambito nazionale di un numero quanto mai esiguo di progetti. Ove le ricerche sono state più complete e sistematiche è apparso in tutta evidenza come la vitalità del sistema stradale romano sia dovuta anche a quella fitta e complessa rete di viabilità che vi si innerva e dirama. Sono quelle strade che, re- sistendo alla tentazione di avvalerci delle gerarchizzazioni canoniche di Festo, Siculo Flacco, Ulpiano e Isidoro, abbiamo scelto di chiamare “vie secondarie”, per comprendere tutti quei casi, e sono molteplici, che si prospettano nella ricerca. Le indagini di archeologia preventiva, con l’apertura di saggi pur in genere estremamente ristretti, hanno consentito per altro verso di recuperare una documentazione che restituisce una capillarità di testimonianze di tratti di strade, spesso rimasti “sospesi” per quanto riguarda il percorso e la funzione. Al contempo, la superficialità o carenza di preparazione che purtroppo a volte accompagna la redazione (e approvazione) delle valutazioni del rischio archeologico, nelle quali non appare indicata la rete stradale e financo il reticolo delle divisioni agrarie, comporta la perdita di dati essenziali alla rico- struzione del tessuto antico e la distruzione di importanti testimonianze. Per questi motivi ci è parso che fosse il momento di promuovere l’attenzione sul tema delle strade secondarie, in un respi- ro volto alla comprensione profonda del territorio, all’evolversi del paesaggio, con la scelta dei percorsi tra gli insediamenti, nel rapporto con l’ambiente sociale, l’economia, lo sfruttamento dei suoli, la normativa giuridica. L’intento non è stato tuttavia quello di giungere a un quadro coerente e organico, ma quello di proporre la varietà degli apporti e delle esperienze, le diversità di metodi negli approfondimenti, ed anche di fare emergere, se vi fossero, lacune e criticità in ambito scientifico o in contesti territoriali. Con Luigi Capogrossi Colognesi, Giovanna Cera, Marcello Guaitoli, con i quali abbiamo condiviso l’organizzazione scientifica, ci siamo impegnati a coinvolgere studiosi che potessero declinare il tema sotto aspetti e con prospettive diverse: col- leghi delle Università, delle Soprintendenze, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ricercatori indipendenti. Gli studi sono riusciti, a nostro avviso, a prospettare la complessità e l’incidenza nel paesaggio delle “strade secondarie”. Le introduzioni critiche alle varie sezioni, elaborate da Luigi Capogrossi Colognesi, Paolo Liverani, Marcello Guaitoli, Tesse Stek e Oscar Belvedere, prospettano ulteriori stimolanti riflessioni. La redazione dei testi è stata curata da Paola Carfora, Giovanna Cera, Giuseppina Renda, l’impaginazione da Rossella Corcione. Alla sensibilità di Roberto Marcucci, per la casa editrice «L’Erma» di Bretschneider, si deve la possibilità di avere accolto un numero particolarmente elevato di contributi, senza restrizioni. I condizionamenti posti dalla situazione sanitaria, con le difficoltà o divieti di spostamenti e incontro non hanno con- sentito quella discussione tra gli autori dei lavori e i partecipanti all’Incontro di studio che avevamo previsto. Nonostante la situazione estremamente critica di accesso alle biblioteche, grazie anche a una grande “solidarietà di scansioni”, con la consapevolezza del rischio di omissioni ma la fiducia che venissero comprese, è stato concordemente deciso di procedere alla pubblicazione e di rimandare la discussione a dopo l’uscita del volume. Sarà forse così possibile una più matura comune riflessione sul contributo che offrono i lavori all’avanzamento delle conoscenze, anche per delineare prospettive di ricerca e su come adoperarsi per ovviare al silenzio in questo campo che si registra in alcuni territori. Da parte nostra, potremo valutare quale sia la risposta all’intento che avevano accarezzato di promuovere una cosciente riflessione sulla esigenza di un avanzamento delle conoscenze volto a integrare l’indagine diretta sul campo, punto fondamentale di partenza, con approcci che a metodologie consolidate uniscano acquisizioni da confronti interdisciplinari e l’apporto di nuove tecnologie.
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