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Il contributo ripercorre il ruolo e la carriera di Ferrante Carli, erudito, collezionista e mercante d’arte negli anni del suo soggiorno romano, dai primi anni del Seicento sino al 1641, anno della sua morte. Al seguito del cardinale Sfondrato prima, e dei cardinali Scipione e Piermaria Borghese poi, Carli si rivela un anello cruciale per le dinamiche culturali e artistiche sulla piazza di Roma, incrociando i suoi passi a più riprese con quelli di Giovan Battista Marino, con cui condivide gusti artistici e predilezioni collezionistiche. Si propone inoltre una prima disamina dei materiali poetici raccolti da Carli nei manoscritti napoletani, ancora una volta rivelatori degli inscindibili vincoli tra cultura letteraria e figurativa delle età Borghese e Barberini.
Paintings, diamonds, poems: the Rome of Ferrante Carli scholar and art dealer
The paper examines the role and career of Ferrante Carli, scholar, collector and art dealer during his stay in Rome, from the early seventeenth century until his death in 1641. Following first Cardinal Sfondrato and then Cardinals Scipione and Piermaria Borghese, Carli showed himself to be a crucial figure in the cultural and artistic Roman scene, frequently crossing his path with Giovan Battista Marino’s one, with whom he shared artistic tastes and collecting predilections. The essay also propose an initial examination of the poetic material collected by Carli in the Neapolitan manuscripts, once again a sign of the inseparable connections between literary and figurative culture in the ages of Borghese and Barberini. -
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- Abstracts