A questo quadro così puntuale mancava tuttavia il ruolo tenuto da Penne nell’ambito della
Provincia francescana abruzzese, che proprio dalla capitale dei Vestini prese il nome. Un argomento
fin dall’inizio voluto e perseguito da Lucio Marcotullio, che nella sua profonda religiosità
coniugava un rigore etico quasi da antico stoico con la charitas cristiana, una visione non lontana
dalla predicazione di san Francesco. Nacque così il progetto di questo quinto volume incentrato
sull’architettura, le arti figurative e la musica fiorite nella Provincia Pinnensis durante il Medioevo,
le cui ricerche e prime risultanze lo appassionarono fino ai suoi ultimi giorni di vita.
Alla realizzazione del progetto hanno dato il loro qualificato contributo Francesco Aceto, Cristiana
Pasqualetti e Francesco Zimei, ognuno col proprio sapere e nondimeno nella comune consapevolezza
della simbiotica relazione esistente tra il contenitore architettonico e l’apparato figurativo,
pensati e allestiti come un seducente palcoscenico delle variegate azioni performative nelle quali si
concretizzavano quotidianamente la sensibilità religiosa e le credenze dell’uomo medievale.
Francesco Aceto ha steso un primo bilancio critico delle varie e complesse problematiche territoriali
e urbanistiche connesse con l’architettura minoritica, ridiscutendo consolidate gerarchie
culturali sulla scorta di una più aderente esegesi della legislazione francescana. Cristiana Pasqualetti,
attraverso l’ideale ricomposizione dei perduti contesti figurativi, restituiti con acume e
acribia filologica inseguendo la traccia di ogni minima sopravvivenza materiale, ha puntato a
portare allo scoperto, con gli aspetti formali, il retroterra ideologico-religioso delle strategie comunicative
messe in campo dall’Ordine e dal patronato laico. Francesco Zimei, pescando a piene
mani in archivi e biblioteche europei e d’oltreoceano, ma anche attingendo ai tesori d’informazione
celati nelle arti figurative, ha delineato una storia densa d’inedite prospettive di un particolare
genere poetico-musicale radicato negli strati profondi della cultura popolare, la lauda, resa qui
tangibile dall’acclusa registrazione di un repertorio sinora inedito, che getta nuova luce sulle tradizioni
del territorio.
A conclusione, un caldo ringraziamento va alla signora Maria Marcotullio che, al di là delle
difficoltà di questi ultimi tempi, ha voluto con tenacia portare a termine il progetto di questo volume,
fin dall’inizio costantemente seguito a fianco dell’amato consorte, e dedicarlo al Papa che
del santo porta il nome.