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La prosa epistolare di Paolo Giovio, pur collocandosi nella dimensione semipubblica dei testi non pensati per l’approdo a stampa, risulta esteticamente apprezzabile, rivelando l’alto grado di attenzione riservata dall’autore all’elaborazione formale. Tale letterarietà si manifesta con forza nella fitta trama di riferimenti intertestuali, i quali fanno capo sia al bacino della classicità greco-latina, sia a quello della produzione letteraria moderna. Il contributo si propone dunque uno studio del sistema di rimandi alla tradizione letteraria in volgare, con particolare riferimento ai contemporanei Pietro Aretino e Ludovico Ariosto, che miri a riflettere sulle ragioni sottese a determinate scelte gioviane sul piano tanto storico-politico, quanto sociale, culturale e biografico.
Although Paolo Giovio’s epistolary prose is placed in the semi-public dimension of texts not intended for publication, it is aesthetically significant, revealing the author’s interest in the formal performance of his epistolary pieces. This literary character is powerfully manifested in the dense web of intertextual references, which belong both to the Greco-Latin classicism and to modern literary production. Therefore, the paper proposes a study of the system of references to the literary tradition in the vernacular Italian language, with particular regard to Giovio’s contemporary writers Pietro Aretino and Ludovico Ariosto. Aiming to reflect on the reasons behind certain choices made by Giovio, which involve the historical-political as well as the social, cultural and biographical realms.
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- Illustrazioni
- Abstract