

-
This article examines several inconsistencies between Vitruvius’ account of the development of the architectural orders and the evidence of their use in ancient architecture. The historical context of De architectura remains the principal starting point for approaching it, alongside the buildings on which Vitruvius drew to formulate his canon. Although his treatise dates from the early Augustan period, as far as the architectural orders are concerned Vitruvius adopted in toto architectural precepts established in the late Classical and Hellenistic ages prevail, which only occasionally did he metabolise and revise. The lack of correspondence between certain Vitruvian ‘rules,’ such as omitting dentils from pediments, and the archaeological remains reveals his failure to bring the De architectura up to date, at least as far as the syntax of the orders went. The complete absence of any allusion to the “Theatermotiv”, which became widespread from the end of the 2nd century B.C. and into the next, is proof of this. This contribution therefore reflects on the various layers of Vitruvius’ thought as well as the philological and antiquarian character of his work, which is already evident in his theory of the historical origins of the architectural orders.
L’articolo verte su diverse incongruenze presenti nel testo vitruviano in relazione allo sviluppo degli ordini architettonici e al loro riscontro nell’architettura antica. La contestualizzazione storica del De architectura rimane il principale punto di partenza per l’approccio allo studio della fonte stessa, così come il contesto architettonico a cui Vitruvio si ispira per i precetti illustrati sugli ordini. Nonostante sia infatti un’opera del primo periodo augusteo, nell’ambito degli ordini architettonici prevalgono i dettami canonizzati nel corso dell’età tardoclassica ed ellenistica, recepiti integralmente da Vitruvio e soltanto in alcuni casi metabolizzati e rielaborati. Il mancato riscontro tra alcune “regole” vitruviane, come l’assenza dei dentelli sui frontoni, e le testimonianze archeologiche dimostrano un mancato aggiornamento del De architectura almeno nei confronti della sintassi dell’ordine. L’assenza di ogni allusione al “Theatermotiv”, ampiamente adoperato a cavallo tra il II e il I secolo a.C. ne è la dimostrazione. Il contributo intende pertanto riflettere sulle varie stratificazioni del pensiero vitruviano e il carattere filologico e antiquario dell’opera, evidente sin dalla teoria delle origini storiche degli ordini architettonici.
-
- Oscar Mei, Editoriale
- Francesco Paolo di Teodoro, Vitruvio (10, 9, 1-4) e l’approssimazione archimedea per il valore di Π nella Circuli dimensio. Commentando il De architectura nella traduzione di Fabio Calvo per Raffaello
- Alka Starac, Vitruvius and Issues of Architectural Design of the Pola Forum
- Werner Oechslin, Vitruv in der neuzeitlichen deutschsprachigen Welt
- Agneta Freccero, On theory and practice
- Lorenzo Kosmopoulos, Vitruvio tra contraddizioni e fraintendimenti sugli ordini architettonici
- Pavlos Lefas, Vitruvius’ Principles of Architecture: a New Reading and a Proposed New Translation of De architectura I, 2
- Ilaria Matteoni, Iconografie vitruviane: il motivo dell’atlante e la conoscenza del De architectura nel Medioevo
- Francesca Salatin, Erudizione classica e prospettiva locale. Le illustrazioni vitruviane di Giovan Antonio Rusconi
- Oscar Mei, La Basilica di Vitruvio a Fano in un manoscritto di Vincenzo Nolfi
- Michele Tagliabracci, Raffigurazioni del Tempio della Fortuna di Fano nel XVI e XVII secolo
- Ilaria Venanzoni, Annalisa d’Onofrio, Fano: emersi i resti di un edificio di epoca romana in piazza Grimaldi
- Ilaria Venanzoni, Agata Aguzzi, Antonio D’Ambrosio, Fano: scavi archeologici in Via Vitruvio
- Oscar Mei, Ricordo di Valeria Purcaro
- Laura Baratin, Ricordo di Giovanni Carbonara
- Centro Studi Vitruviani: attività 2022/2023 (a cura della redazione)
- Rassegna bibliografica. Ricerche sul De architectura di Vitruvio dal 2010 ad oggi (a cura di Lorenzo Cariddi)