Il Parco della via Appia nella valle di Sant'Andrea tra Fondi e Itri. Scavi e restauri 2006-2010
In: Atlante Tematico di Topografia Antica: 21, 2011
Permalink: http://digital.casalini.it/2639451
L'articolo espone gli ultimi interventi condotti sull'Appia antica nel tratto compreso nel
Parco degli Aurunci, gestito dall'Assessorato all'Ambiente della Regione Lazio: dal 1999 un
intenso impegno è stato volto a creare un parco archeologico lungo il percorso della via antica che, nella valle di Sant'Andrea tra le città
di Fondi e Itri, non coincide con la moderna.
La via Appia antica, infatti, alla fine dell'Ottocento era stata abbandonata, a favore di una
variante allora realizzata. Il parco corre segnato dalla strada per 2,6 km, dal km 125,8 della
strada attuale al km 128,5, dove i tracciati antico e moderno si intersecano; inaugurato nel
2003, ha visto successivamente ulteriori interventi di ampliamento, di scavo e di restauri.
Il percorso, che supera l'arduo valico dei
Monti Aurunci, è uno dei più spettacolari dell'intero tracciato, conservando lastricato, terrazzamenti in opera poligonale, tagli rupestri,
ponti, miliari, santuari, mausolei, apprestamenti di servizio della via antica. Essendo la strada
vissuta fino alla fine dell'Ottocento, il suo percorso presenta notevoli attestazioni di come fu
mantenuto in piena efficienza anche dopo l'età
antica: costituisce così uno straordinario documento della Storia della tecnica stradale nel
tempo. I restauri più importanti si debbono a
Parafán de Ribera, duca di Alcalá e vicerè di
Napoli per conto di Filippo II (1563-1568), e a
Ferdinando IV di Borbone (1767-1778).
Gli ultimi interventi hanno curato il ripristino della via antica nell'ambito del comune di
Fondi, per i primi 1000 m: nei primi 600, che
raggiungono l'Epitaffio e il ponte realizzati da
Parafán de Ribera sul fosso di Sant'Andrea, e
stato recuperato l'aspetto della via ricevuto
grazie al restauro di Ferdinando di Borbone;
nel secondo tratto di 400 m, che raggiunge un
ponticello che è al confine dei territori di Fondi e di Itri, è stato privilegiato ora quello conferitole in età rinascimentale, ora quello propriamente romano. E stato anche riconosciuto
come il primo tratto della via, fino al ponte con
l'Epitaffio, si debba a una variante attuata da
Parafán de Ribera, in quanto la strada romana
raggiungeva un altro ponte, 60 m a valle del
ponte rinascimentale.
Nel restauro del ponticello che è al confine
dei territori comunali ricordati, si è rilevato
che anche questo si deve all'intervento rinascimentale, che era stato nascosto da un rifacimento successivo. Altri interventi sul percorso
della via, fino a Forte di Sant'Andrea che domina la valle più a monte, hanno giovato a
una migliore conoscenza delle tecniche usate
nei vari tempi per il ripristino della strada. In
età romana, il lastricato della via si deve a
Caracalla: presenta una larghezza di 4,2 m e si dispone con marciapiedi in genere di 1,1 e
2,2 m per parte. Il ripristino rinascimentale ha
ricalcato il percorso romano, mantenendone
la stessa ampiezza e lastricandolo con la caratteristica di una grande spina centrale. L'intervento settecentesco ha obliterato i lastricati
precedenti, disponendo nel sottosuolo briglie
per favorire il drenaggio sotterraneo; ha conferito inoltre alla via una nuova massicciata coperta da breccia, su di una larghezza maggiore, che raggiunge 4,6 m.
Gli interventi hanno riguardato anche
l'area del Forte di Sant'Andrea, nella cui costruzione, in età napoleonica, erano state inglobate le rovine di uno spettacolare santuario
tardo repubblicano, dedicato ad Apollo. L'intervento ha evidenziato come la via Appia attraversasse il santuario, monumentalizzandosi.
This article presents the latest research on
the via Appia antica in the area of the "Parco
degli Aurunci", conducted by the "Assessorato all'Ambiente della Regione Lazio". From 1999
great efforts have been made to create an archeological park along the path of the ancient
road which, in the "Valle di Sant'Andrea",
between the towns of Fondi and Itri, doesn't
coincide with the modern one (indeed, at the
end of the
19th c.
the old path of the via Appia
was abandoned and replaced by a new road).
The park runs along the road for Ca. 2,6 km,
from km 125,8 until km 128,5, where the ancient and modern roads intersect. Inaugurated
in 2003, the park has seen subsequent expansion as well as new excavations and restorations. This section of the via Appia crosses the
difficult mountain pass of the "Monti Aurunci", one of the most spectacular parts of the
entire road, and preserves pavements, terracing in polygonal masonry, rock cuts, bridges,
milestones, sanctuaries and mausolea. As the
road had been in continuous use until the end
of the
19th c., we have much evidence of its
maintenance long after the end of Classical times. For this reason this portion of the via Appia is an extraordinary testimony of the history of road building techniques through the
centuries.
The most important restorations were those by Parafàn de Ribera, duke of Alcalá and viceroy of Napoli, on behalf of king Philip II of
Spain (1563-1568), and by king Ferdinand IV
of Borbone (1767-1778). The most recent work
involved about one kilometer of the ancient
road in the territory of the municipality of
Fondi: in the first stretch (ca. 600 m) until the
"Epitaffio" and the bridge built by Parafàn de
Ribera on the "Fosso di Sant'Andrea", the appearance of the road immediately following
the renovations of Ferdinand IV was restored;
in the second tract (ca. 400 m), until a little
bridge which lies at the border between the
territories of Fondi and Itri, part of the road
was restored to its Renaissance appearance,
part to its ancient Roman appearance. The recent renovations made clear that the portion
until the "Ponte dell'Epitaffio" was newly built
by Parafàn de Ribera, since the Roman road
originally reached another bridge about 60 m
downstream from the Renaissance bridge. During the restoration of the little bridge mentioned before (between Fondi and Itri), it was
discovered that even this was older than originally thought: it was built during the Renaissance and subsequently covered by another restoration. Other excavations along the via Appia, until the "Forte di Sant'Andrea", which
dominates the higher valley, have improved our knowledge of the techniques used in various times to restore the road. In Roman times, namely during the reign of Caracalla, the
road was 4,2 m wide, with sidewalks of 1,1
and 2,2 m on each side. The 16th
century renovations maintained the previous path, repaving the road with new materials and adding
a large central
spina.
In the
18th
century the
previous pavement was obliterated and a
system of drainage was installed. The road got
a new bed of crushed stone and was widened
to 4,6 m. The excavations in the area of the
Napoleonic "Forte di Sant'Andrea" showed
how the via Appia was "monumentalized" by
the spectacular late republican sanctuary dedicated to Apollo, over which the fort was built.