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Benedict Buono, La corte, la villa, la “coda” e la “pelliccia”: le Satire e capitoli piacevoli di Giovanni Agostino Caccia
In questo articolo si analizzano le Satire di Giovanni Agostino Caccia (Milano, 1549), poeta appartenente al gruppo degli autori satirico-burleschi (Nelli, Bentivoglio, Simeoni e Tansillo), che portarono avanti l’ibridazione di due generi ben affermati nel primo Cinquecento. L’eclettismo di Caccia, già presente nella prima raccolta poetica del 1546 (Rime), si sviluppa nella sua seconda opera, come si cercherà di dimostrare, attingendo ai più importanti autori satirici e burleschi dell’epoca. E se le Rime avevano sancito il bisogno di superare il codice lirico mediante la ricerca di nuove strategie testuali ed espressive, le Satire operano un progressivo smantellamento – seppur non sistematico né totale – delle strutture argomentative e tematiche dei due generi, alla ricerca di un nuovo approdo umano e poetico, materializzatosi con la successiva pubblicazione delle Rime spirituali e dei Capitoli spirituali (1552 e 1553).
Benedict Buono, The Court, the Villa, the “Tail” and the “Fur”: Giovanni Agostino Caccia’s Satire e capitoli piacevoli
This article aims at exploring the poem Satire (1549), written by Milanese poet Giovanni Agostino Caccia, who belonged to a group of satirical-burlesque authors (Nelli, Bentivoglio, Simeoni and Tansillo) that implemented a process of hybridization of two well-established genres in the early sixteenth century.
Caccia’s eclecticism – already present in his first collection of poetry Rime (1546) and further developed in his second work, as will be argued – draws on the work of the most important satirical and burlesque authors of his time. Whereas Rime already showed Caccia’s efforts to overcome prevailing lyrical codes through the search for new textual and expressive strategies, Satire operates towards a progressive dismantling – although not a systematic or complete one – of the argumentative and thematic structures of the two genres, in search of a new human and poetic horizon to be later materialized with the publication of the Rime spirituali (1552) and Capitoli spirituali (1553). -
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