De Benghazi à Versailles: histoire et réception d'une statue entre XVIIe et XXe siècles
In: Archeologia Classica: 64, 2013
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In questo articolo si ricostruisce la vicenda storica e culturale di una statua trovata a Bengasi nel 1692-1693, conservata grazie a Claude Le Maire, console francese a Tripoli, poi inviata
a Luigi XIV, a Versailles. La statua, di età antonina, rappresenta una donna romana, nella posa
della Grande Ercolanese, sulla cui identificazione sono state avanzate diverse ipotesi, individuali o generiche (a lungo è stata definita una Pudicité), ed è esposta a Versailles, dove è tornata
di recente dal Louvre.
Di essa si occuparono subito il Mercure Galant ed i maggiori antiquari
francesi dell’epoca, tra questi, Piganiol de la Force, Félibien, Winckelmann, Caylus. Nel XIX la statua venne “riscoperta” da Visconti, che ne tracciò una descrizione approfondita restituendone
la specificità, nel quadro della sua posizione estetica sul valore delle copie di età romana. A lungo
dimenticata, dopo la metà del XIX, forse in relazione alle coeve istanze del metodo filologico, la
vicenda di questa statua venne ricostruita da Omont (1902) e Michon (1914). Essa è tornata ad
essere oggetto di interesse dopo la metà del XX, grazie agli studi generali sui modelli delle Ercolanesi e alle più recenti riflessioni interdisciplinari su originali e copie, che l’articolo ricostruisce
parzialmente, in relazione alla statua, provando così a tracciare le linee principali della sua ricezione estetica.