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Il contributo parte dalla presa d’atto che la prossimità di Michelangelo a Dante, nella doppia accezione dell’ammirazione dell’artista per il poeta e del parallelo delle due figure, si è imposta da subito come un dato di fatto. A questa fa seguire l’analisi delle testimonianze coeve (le parole dello stesso Michelangelo e quelle di Berni, Vasari, Varchi) per proporre, su quella base, una riflessione sul diverso rapporto che il Michelangelo poeta stabilì con Dante e con Petrarca. In particolare, sul fatto che, nonostante fossero ugual- mente ammirate, le due corone restarono una oggetto di un’attenzione limitata alla sola parola poetica, mentre all’altra, Dante, l’artista guardò insieme come a un poeta e a un cittadino, e ne fece un modello cui ispirarsi (celebre il «fuss’io pur lui!» di un suo sonetto). Cosa che non sfuggì ai contemporanei, per esempio a Donato Giannotti, che fu vicino a Michelangelo negli anni dell’esilio volontario a Roma, e a quanti a Firenze, in occasione del funerale, ne celebrarono l’arte proprio nel nome di Dante.
Paolo Procaccioli, Quale Dante per Michelangelo?
The contribution starts from the acknowledgement that Michelangelo’s proximity to Dante, in the double sense of the artist’s admiration for the poet and the parallel of the two figures, was immediately imposed as a fact. This is followed by the analysis of coeval testimonies (Michelangelo’s own words and those of Berni, Vasari, Varchi) in order to propose, on that basis, a reflection on the different relationship that the poet Michelan- gelo established with Dante and with Petrarch. Particularly on the fact that, although they were equally admired, the due corone remained one the object of attention limited to the poetic word alone, while to the other, Dante, the artist looked together as a poet and a citizen, and made of him a model to inspire himself (famous the «fuss’io pur lui!» of one of his sonnets). This did not escape the notice of his contemporaries, for example Donato Giannotti, who was close to Michelangelo during the years of his voluntary exile in Rome, and those in Florence who celebrated his art precisely in Dante’s name at his funeral.
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- Marco Ariani, «Quid incognitum»: Petrarca vs Dante?
- Maurizio Fiorilla, La figura e le opere di Dante nel progetto intellettuale di Giovanni Boccaccio.
- Ilde Consales, «Come scrisse Dante». La ricezione della lingua dantesca nelle prime grammatiche del volgare.
- Sebastiano Gentile, Dante tra Ficino, Landino e Botticelli.
- Paolo Procaccioli, Quale Dante per Michelangelo?
- Corrado Bologna, «Fugge tra selve spaventose e scure». Ariosto dall’Inferno al Paradiso.
- Emilio Russo, Parlando di cose umane e divine. La funzione Dante nelle opere tassiane.
- Massimiliano Malavasi, Salpare diretti al cielo supremo dei sensi: il dantismo del Marino della Lira.
- Luca Marcozzi, Foscolo e il genio di Dante.
- Giuseppe Crimi, Leopardi e Dante, “vero poeta”.
- Roberta Colombi, I tempi «empi» e il «potente immaginar». Dante poeta, personaggio e narratore, nel Risorgimento di Nievo.
- Annamaria Andreoli, Pirandello e Dante.
- Roberto Rea, Un’idea eliotiana di Dante per il Montale degli Ossi.
- Sonia Gentili, Il realismo dantesco di Pier Paolo Pasolini e Primo Levi.
- Luca Fiorentini, Intrecci danteschi e virgiliani nella poesia di Giorgio Caproni.
- Franco Suitner, «Il poeta Allighieri» di Carlo Emilio Gadda.
- Irene Gualdo, «Nel mezzo di un gracile cammino». Un percorso dantesco nell’opera di Amelia Rosselli.
- Luca Bianchi, Anna Pegoretti, Il Dante di Bruno Nardi tra filosofia, poesia e profetismo.
- Paolo Falzone, Dallo stilnovismo alla Commedia. Poesia e “non poesia” nella critica dantesca di Natalino Sapegno.
- Elisa De Roberto, Dante e «il maggior esponente della linguistica testuale in Italia». Note su Antonino Pagliaro e la Commedia.
- Pietro Trifone, Dante, la variazione linguistica e il «voi» che «a Roma s’offerie».
- Diego Parisi, Petrocchi editore della Commedia.
- Giuseppe Izzi, Fra storia e critica: itinerari danteschi di Giorgio Petrocchi.
- Laura Santone, «Dietro al mio legno che cantando varca»: Jacqueline Risset traduttrice di Dante.