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Sulla scorta delle considerazioni che Eugenio Coseriu dedica alla figura di Antonino Pa- gliaro e alla sua “critica semantica”, interpretata come una sorta di linguistica testuale ante litteram, questo articolo si propone di esaminare gli studi di Pagliaro su Dante e la Com- media come un laboratorio in cui i presupposti della critica semantica si sono progressiva- mente sostanziati, anche per determinare se e quali aspetti della lingua dantesca siano stati in grado di stimolare e plasmare il metodo ermeneutico di Pagliaro. In particolare, l’analisi si sofferma su tre filoni tematici degli studi di Pagliaro sulla Commedia, che costi- tuiscono altrettanti principi metodologici della critica semantica e riguardano 1) l’ambi- guità e la complessità relazionale del segno; 2) il ruolo della tradizione e delle varianti; 3) la combinazione di tradizione e vita nella lingua e nei testi.
Elisa De Roberto, Dante and «the greatest exponent of textual linguistics in Italy». Notes on Antonino Pagliaro and the Commedia
In the wake of Eugenio Coseriu’s considerations on the figure of Antonino Pagliaro and his “critica semantica”, interpreted as a sort of ante litteram textual linguistics, this article proposes to examine Pagliaro’s studies on Dante and the Commedia as a laboratory in which the assumptions of semantic criticism were progressively substantiated, also to de- termine whether and which aspects of Dante’s language were able to stimulate and shape Pagliaro’s hermeneutic method. In particular, the analysis dwells on three thematic threads of Pagliaro’s studies on the Commedia, which constitute as many methodological princi- ples of semantic criticism and concern 1) the ambiguity and relational complexity of the sign; 2) the role of tradition and variants; 3) the combination of tradition and life in language and texts.
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- Marco Ariani, «Quid incognitum»: Petrarca vs Dante?
- Maurizio Fiorilla, La figura e le opere di Dante nel progetto intellettuale di Giovanni Boccaccio.
- Ilde Consales, «Come scrisse Dante». La ricezione della lingua dantesca nelle prime grammatiche del volgare.
- Sebastiano Gentile, Dante tra Ficino, Landino e Botticelli.
- Paolo Procaccioli, Quale Dante per Michelangelo?
- Corrado Bologna, «Fugge tra selve spaventose e scure». Ariosto dall’Inferno al Paradiso.
- Emilio Russo, Parlando di cose umane e divine. La funzione Dante nelle opere tassiane.
- Massimiliano Malavasi, Salpare diretti al cielo supremo dei sensi: il dantismo del Marino della Lira.
- Luca Marcozzi, Foscolo e il genio di Dante.
- Giuseppe Crimi, Leopardi e Dante, “vero poeta”.
- Roberta Colombi, I tempi «empi» e il «potente immaginar». Dante poeta, personaggio e narratore, nel Risorgimento di Nievo.
- Annamaria Andreoli, Pirandello e Dante.
- Roberto Rea, Un’idea eliotiana di Dante per il Montale degli Ossi.
- Sonia Gentili, Il realismo dantesco di Pier Paolo Pasolini e Primo Levi.
- Luca Fiorentini, Intrecci danteschi e virgiliani nella poesia di Giorgio Caproni.
- Franco Suitner, «Il poeta Allighieri» di Carlo Emilio Gadda.
- Irene Gualdo, «Nel mezzo di un gracile cammino». Un percorso dantesco nell’opera di Amelia Rosselli.
- Luca Bianchi, Anna Pegoretti, Il Dante di Bruno Nardi tra filosofia, poesia e profetismo.
- Paolo Falzone, Dallo stilnovismo alla Commedia. Poesia e “non poesia” nella critica dantesca di Natalino Sapegno.
- Elisa De Roberto, Dante e «il maggior esponente della linguistica testuale in Italia». Note su Antonino Pagliaro e la Commedia.
- Pietro Trifone, Dante, la variazione linguistica e il «voi» che «a Roma s’offerie».
- Diego Parisi, Petrocchi editore della Commedia.
- Giuseppe Izzi, Fra storia e critica: itinerari danteschi di Giorgio Petrocchi.
- Laura Santone, «Dietro al mio legno che cantando varca»: Jacqueline Risset traduttrice di Dante.