
Archeologie della vita del mare a Marzamemi
In: Sicilia Archeologica: 113, 2022
DOI: 10.48255/2283-3307.SICA.113.2022.12
Tra le decine di relitti naufragati al largo della Sicilia sudorientale, il “relitto della chiesa” bizantina Marzamemi 2 off re una storia particolarmente ricca di tracce di vite trascorse in mare. Insieme ai numerosi carichi di pietre che giacciono poco distanti da questa costa, esso restituisce una potente testimonianza degli intensi scambi che l’impero romano diede corso in queste acque. Il suo carico di elementi architettonici dell’inizio del VI secolo d.C. era destinato al mondo romano orientale per adornare una chiesa probabilmente da costruire in un luogo del Mediterraneo centrale. L’insieme di oggetti di bordo, forniture e beni commerciali, rinvenuti con il carico monumentale, testimoniano le ampie connessioni geografi che e le interazioni sociali che caratterizzavano le numerose imbarcazioni in legno che solcavano il Mediterraneo antico. Oltre alle antichità greco-romane, questo angolo della Sicilia fornisce ricche prove archeologiche di relazioni complesse e continue nel tempo tra il mare, la costa e i popoli che si aff acciavano su queste acque. La Sicilia sud-orientale off re un punto di vista privilegiato per lo studio delle manifestazioni materiali legate alle diverse mobilità e interazioni avvenute nel corso dei millenni in quest’area del Mediterraneo. Antichi resti di porti e carichi naufragati, imbarcazioni, strumenti e archivi delle pratiche di pesca ci raccontano di viaggi di marinai, commercianti, guerrieri, pescatori e migranti. Questo contributo analizza il “relitto della chiesa” di Marzamemi 2 nel contesto di altri segni dell’attività antropica, strettamente connessa al mare, ed evidenzia i rapporti e le distinzioni tra le diverse imbarcazioni impiegate in scambi su lunghe distanze e quelle locali che operavano lungo le coste. Tra i segni più forti e radicati riferibili ad attività per il sostentamento delle comunità locali vi sono le imbarcazioni e l’architettura industriale legate alle tonnare, che illustrano con chiarezza il ruolo preminente della pesca del tonno nella storia culturale dell’isola. Il raff ronto attraverso una metodologia di indagine di tipo archeologico di così tante imbarcazioni e interazioni al largo di queste coste contribuisce a una più ricca comprensione del passato marittimo dell’isola. Questi sforzi nell’intessere rapporti di valori tra il patrimonio culturale, l’agire e i bisogni dell’uomo muovono dal lavoro di Sebastiano Tusa, dalla sua visione di restituire il mare al suo ruolo di cardine tra la conoscenza delle storie e la contemporaneità della loro comprensione. Combinando l’indagine archeologica, lo scavo, la digitalizzazione 3D dei contesti, la ricerca d’archivio ed etnografi ca, con lo studio dei linguaggi digitali a supporto di nuove forme di analisi e comunicazione dei beni, questo progetto intende mettere in atto inedite strategie di tutela del patrimonio culturale subacqueo e delle tradizioni immateriali delle piccole comunità marinare, colte nel loro indissolubile rapporto con il mare.
Among the dozens of historic shipwrecks that foundered off southeast Sicily, the Marzamemi 2 Byzantine “church wreck” off ers a particularly rich story of life on the sea. Like the other massive stone-carrying wrecks nearby, it provides a powerful testimony to the intense connections that the Roman empire brought to these waters. Its cargo of early 6th-century CE architectural furnishings was being shipped from the eastern Roman world to adorn a church somewhere in the central Mediterranean. Together with this monumental load, its assemblage of shipboard wares, supplies, and commercial goods signals the broad geographical connections and social interactions that characterize the many wooden boats sailing the ancient Mediterranean. Beyond Greco-Roman antiquity, this coast provides rich archaeological evidence for longer-term and more multifaceted relationships between the sea, the coast, and the peoples connected along and across these waters. Southeast Sicily off ers a point of embarkation from which to explore the material manifestations of diff erent mobilities, interactions, and livelihoods spanning millennia: ancient port remains and shipwrecked cargoes, tools and archives from fi shing practices, and boats that signal diff erent mobilities for sailors, traders, warriors, fishermen, and migrants. Th is contribution views the Marzamemi 2 “church wreck” in the context of other markers of maritime activity, and the individuals whose lives are defi ned by the sea. It also highlights connections and distinctions between boats engaged in long-distance interaction and those local craft that operated closer to shore. Among the most vivid and deeply rooted markers of such local interactions and livelihoods are the vessels and industrial architecture associated with the tonnara, which illustrate vividly the prominent role of tuna fi shing in the island’s cultural history. The archaeological juxtaposition of so many vessels and movements off this coast contributes to a richer understanding of the island’s maritime past. Such collaborative heritage eff orts in Marzamemi build on innovative initiatives developed by Sebastiano Tusa that use the sea as a path into contemporary engagement with Sicily’s complex maritime history. By combining archaeological survey, excavation, and 3D recording with archival and ethnographic work, the protection of underwater cultural heritage and intangible maritime traditions, and the development of venues for immersive engagement, this project provides a local resource for heritage development as well as a framework for highlighting communities’ long and multidimensional relationships with the sea.